Errori tipicamente italiani: apostrofo e accento
ItalianBenvenuti al terzo capitolo della serie Errori tipicamente italiani (#ErroriTipicamenteItaliani). Dopo aver parlato degli errori TOP 5 e di quelli legati all’uso delle doppie e dei congiuntivi, gli imputati di oggi dovranno fare i conti con l’apostrofo e l’accento.
Problemi con l’apostrofo
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Un pò invece di un po’
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Daccordo invece di d’accordo
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Qual’è invece di qual è
Anche questo molto diffuso per iscritto, è dato dal confondere un troncamento con un’elisione. Come si spiega qui, “a differenza dell’elisione, dove una parola perde la vocale davanti ad un’altra che inizia per vocale inserendo un apostrofo (è il caso di l’uomo, dell’amore, quell’altra), il troncamento non prevede apostrofo perché la parola a cui togliamo la vocale rimane corretta ortograficamente. È il caso di qual è, che si scrive senza apostrofo in quanto ‘qual‘ è la forma tronca di quale e non è un’abbreviazione.”
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Confondere centra con c’entra
Problemi con l’accento
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Accento grave (Perchè, poichè, nè, affinchè…) invece di acuto (perché, poiché, né, affinché…)
La colpa di questo errore ortotipografico è l’abitudine, visto che gli accenti italiani sono quasi sempre acuti (ossia dal basso a sinistra verso l’alto a destra). Come si commenta nella Grammatica italiana, “ad ogni accento corrisponde una determinata pronuncia: vocale chiusa con l’accento acuto e vocale aperta con l’accento grave. Benché in alcune regioni la pronuncia sia correntemente errata, la congiunzione “perché” (e quelle affini) richiede una pronuncia con la vocale finale chiusa (cioè, perché).”
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Accentare parole che non vogliono l’accento:
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quà / quì invece di qua / qui
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dà invece di da (quando è una preposizione)
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sù invece di su
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stà invece di sta (del verbo stare)
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fà invece di fa
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và invece di va
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Non accentare parole che vogliono l’accento
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da invece di dà (quando si riferisce al verbo dare)
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se invece di sé (quando significa se stesso)
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Quando è unito con stesso, il pronome se non vuole l’accento. Lo recupera invece nel plurale, quindi: l’autore parla di se stesso, ma gli autori parlano di sé stessi. Questo perché potrebbe confondersi con se stessi, congiuntivo del verso stare.
di invece di dì
Come giorno, o imperativo del verbo dire, esempio: due volte al dì oppure dì la tua sulla questione.
che invece di chè (con accento grave)
Chè con accento grave è una interiezione, cioè una espressione di meraviglia, disappunto, ironia, biasimo, riprovazione, e quasi sempre con valore negativo: (Credi che venga?) Che! neanche per sogno!; Che! non è possibile!; Che! ti pare?. Anche ripetuto per conferire alla frase maggiore efficacia, come energica negazione: Che! che! non ne voglio più sapere.
che invece di ché (con accento acuto)
Ché con accento acuto è una congiunzione che sta per perché, poiché, perciocché, affinché: «padre mio, ché non m’aiuti?» (Dante); teneva le mani in tasca ché sentiva freddo.
Fonti:
Qualche errore sarà capitato persino nelle migliori famiglie, non preoccupatevi.
Se avete qualche aggiunta da consigliare, lasciate un commento in basso! Grazie mille e buona settimana a tutti!
Alessandra 🙂